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Il punto di partenza

La storia di ogni Scuola dell’Infanzia delle Suore di Sant’Anna, non può non tener conto delle origini della fondazione stessa della Congregazione che, nel 1834 ebbe inizio in Torino proprio per rispondere ai bisogni della prima infanzia. Nei primi decenni dell’Ottocento cambiò in modo significativo la percezione dell’infanzia. Essa cominciò ad essere vista come un’età ideale per promuovere in tutti i bambini le buone abitudini che avrebbero dovuto assicurare una vita ordinata in età adulta. L’estrema povertà in cui vivevano numerose famiglie si manifestava in una vita piena di stenti: la pessima alimentazione, l’assenza di igiene, la residenza in abitazioni malsane. Oltre a ciò, i genitori erano costretti a lavorare anche 12 ore al giorno per sopravvivere, con il conseguente abbandono dei bambini più piccoli condannati a rimanere soli in casa o costretti a vagare per le strade indifesi dal freddo, dai pericoli e dagli infortuni.

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È in questo contesto che anche a Torino si cominciò a parlare di asili per l’infanzia perché il numero dei bambini era in rapido aumento. Sorsero varie iniziative a favore dei piccoli, da parte di persone generose, ma non furono sufficienti ai bisogni. I Marchesi di Barolo furono molto colpiti dalla povertà di questi bambini e la stessa Marchesa Giulia, fin dal 1825, occasionalmente, ospitava a Palazzo Barolo gruppi di bimbi, in forma familiare e privata per periodi più o meno lunghi. Con l’aumento del numero di bambini ospitati, Carlo Tancredi decise di organizzare una vera e propria scuola. Fece ristrutturare nel proprio palazzo gli ambienti per adattarli all’accoglienza di cento bambini, maschi e femmine e, a cavallo degli anni 1829-1830, fu organicamente definita anche la programmazione delle attività, per cui da una forma occasionale si passò ad una struttura ben organizzata e pianificata. Carlo Tancredi era convinto che «Un soccorso bene ordinato in favore dell’infanzia serve in seguito a risparmiare tante altre limosine a pro di madri senza lavoro, di giovani senza mestiere, di persone inette o traviate, deboli o malaticce», contribuendo inoltre “Per vie direttissime all’abolizione della mendicità, al miglioramento della morale pubblica ed alla vera prosperità dello Stato.” Ma il Marchese si domandò preoccupato: «Chi si dovrà prendere cura di questi poveri bambini?».

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Per lui l’infanzia non va soltanto custodita e assistita, ma educata in modo sistematico. Per questo fondò, dopo qualche anno, la Congregazione delle Suore di Sant’Anna per garantire una presenza educativa qualificata sia nelle sale d’asilo, sia nelle scuole, che essi intesero fondare nei villaggi e paesi poveri, per l’istruzione e la formazione cristiana dell’infanzia e della gioventù appartenenti a famiglie bisognose. Nel 1838 il re Carlo Alberto aprì due classi d’asilo presso le scuderie reali ed invitò le Suore di Sant’Anna per l’insegnamento; nel 1844 la Regina Maria Teresa aprì un asilo a Borgo Dora e lo affidò alle suore di Sant’Anna. Nel 1864, dopo la morte di Giulia, l’asilo di palazzo Barolo venne trasferito in via della Consolata, nella casa delle suore di Sant’Anna, dove continua ancora oggi ad accogliere ed educare un elevato numero di piccoli. Il Marchese Carlo Tancredi ha fedelmente adempiuto il messaggio evangelico “Lasciate che i fanciulli vengano a me”, ed è stato per tanti bambini un tenero padre, Lui, privo di figli propri.

L’ASILO DI VIA MASSENA

Le Suore di Sant’Anna vennero chiamate in molte parti del Piemonte per prestare la loro opera ai piccoli ed anche la città di Torino ebbe bisogno della loro opera. Madre Enrichetta Dominici, Superiora Generale, si rese conto che le Suore di Sant’Anna erano in costante aumento e, nonostante che la loro presenza si fosse già estesa fuori del Piemonte, la Casa Madre di Via Consolata non bastava più ad accoglierle tutte. Cercava quindi da tempo un luogo per costruire una nuova casa e passando per Borgo San Secondo si commosse davanti alle necessità di una delle zone più povere e dimenticate, dove risiedevano immigrati dalle campagne in cerca di lavoro nelle manifatture che nella seconda metà dell’800 cominciavano a svilupparsi. A quei tempi la zona era di estrema periferia e fino al 1847 non era stata altro che un terreno adibito a coltivazione. Tra il 1847 e il 1877 Borgo San Secondo si sviluppò notevolmente. La gente di modeste condizioni, si era trasferita nella capitale in cerca di lavoro nelle manifatture che nella seconda metà dell’800 cominciavano a svilupparsi. Il 17 luglio 1873 Madre Enrichetta radunò il Consiglio Generale e propose il progetto di comperare in Torino un terreno adatto per fabbricarvi un nuovo Monastero. Ottenute quindi le dovute autorizzazioni dalle Autorità Ecclesiastiche, procedette all’acquisto di un ampio terreno nel borgo detto di San Secondo, fra le attuali vie Massena, Montevecchio, Legnano e Corso Re Umberto. Non appena l’edificio fu completo nelle sue parti essenziali, un folto gruppo di suore vi si trasferì e il 28 aprile 1877 mons. Gastaldi arcivescovo di Torino, consacrò l’altare maggiore della Chiesa. Lo sviluppo della casa fu rapidissimo: nel 1878 si aprì un pensionato per ragazze, l’asilo e la scuola elementare. Da allora la storia della Scuola dell’Infanzia è storia di oggi anche se nel suo percorso fino a noi ha dovuto subire vari cambiamenti. Un’ex allieva ricorda: “E’ l’ottobre del 1929 quando varco per la prima volta la porticina di Via Montevecchio che dà accesso alla scuola elementare Sant’Anna cui è annesso l’asilo. Non ho che tre anni e il ricordo di quel giorno rivive fresco in me. Proprio come allora. L’aula dell’asilo è la prima a destra del corridoio al piano terreno. Due finestre si aprono una sulla Via Montevecchio ed una sul Corso Re Umberto”. Nel 1947 l’unica sezione la troviamo dalla parte di Via Massena, mentre nell’anno scolastico 1952-1953 si sposta nuovamente a Via Montevecchio con l’apertura della seconda sezione. Negli anni ottanta, il Comune di Torino chiese la possibilità di trasferire in Via Massena alcune sezioni della Scuola dell’Infanzia Comunale per ristrutturare i locali. Le Suore accolsero volentieri la proposta visto che si erano liberati dei locali, proprio sulla Via Massena. Negli anni novanta, anno scolastico 1992-1993 chiude la Scuola Trinitè che chiede la possibilità di trasferire al Sant’Anna gli alunni e le insegnanti che sarebbero rimasti senza una scuola. Furono accolti 250 alunni della Scuola Elementare e 60 della Scuola Materna. Da quell’anno, la Scuola dell’Infanzia ha avuto un crescendo. Da prima si è arrivati a 6 sezioni, nel 2012-2013 si è aperta la settima sezione. Nel 2000 – 2001 la Scuola ottiene la Parità scolastica ed in seguito la convenzione con il Comune di Torino. Nell’anno 2014-2015 si apre la prima sezione privata bilingue e l’anno successivo la seconda sezione. Così ancora oggi le Suore di Sant’Anna realizzano il desiderio di Carlo Tancredi di curare la prima infanzia con l’accoglienza affettuosa ed un’educazione adeguata ai tempi, per continuare a formare buoni cristiani e saggi cittadini.

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